Il 31 ottobre si è conclusa l’importante manifestazione dell’EXPO 2015 e tra le tante iniziative è essenziale ricordare, in questo contesto, l’esposizione temporanea Il Tesoro d’Italia curata da Vittorio Sgarbi e presente nel Padiglione Eataly, che ha avuto un grande riscontro da parte del pubblico.
Dai dati che emergono, infatti, ben 1.200.000 visitatori hanno potuto ammirare una parte del patrimonio artistico italiano, intraprendendo una sorta di piccolo viaggio da nord a sud rimanendo in un unico luogo.
La mostra, suddivisa in regioni, ha avuto l’obiettivo di dimostrare l’esistenza di una biodiversità artistica italiana, facendo emergere così lo spirito di ogni regione. L’Italia è mostrata come un mosaico da cui emerge un’unità costruita sulla varietà di espressioni, con opere, tra pittura e scultura, che vanno dal Trecento al Novecento.
Tra le 350 opere selezionate, provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private, il Piceno è stato degnamente rappresentato dalla tavola lignea dipinta della Santa Veneranda di Pietro Alemanno (Furth bei Göttweig, 1430/40 – Ascoli Piceno, 1498), accuratamente scelta e voluta da Vittorio Sgarbi stesso, folgorato probabilmente dal fatto che la santa, secondo la leggenda, sia stata bollita per due volte nell’olio e nella pece. Una scelta curiosa per una mostra artistico – gastronomica!
L’opera in questione faceva parte di un polittico a cinque scomparti eseguito dall’Alemanno nel 1482 su commissione della comunità ascolana degli Albanesi per il loro altare posto all’inizio della navata destra della Cattedrale di Sant’Emidio.
La Santa, vestita da monaca, è immersa a figura intera fino alla vita in un ampio calderone pieno di pece e olio bollente. Tuttavia il suo sguardo è calmo, determinato, rivolto verso l’alto, verso la palma del martirio che le viene tesa, in netto contrasto con la drammaticità del supplizio.
La mostra è stata inaugurata il 22 maggio, ma l’opera di Alemanno ha raggiunto Milano solo a luglio. Questi mesi sono stati, comunque, importanti per mettere in luce una parte del tesoro artistico del Piceno presente nella prestigiosa Pinacoteca Civica.
Un numero così elevato di visitatori non si raggiunge con facilità, pertanto è stata una scelta sicuramente vincente quella di includere quest’opera nel catalogo de “Il Tesoro d’Italia”, promuovendo così il territorio e le sue eccellenze museali.
Marta Peroni