Alberto Di Mauro è senza dubbio un vero e proprio globe trotter: la mattina ti chiama da Firenze, dove è stata appena inaugurata una sua mostra, ma nel primo pomeriggio è già ad Oslo, pronto a partire alla volta di altre sperdute località norvegesi per tenere degli apprezzatissimi stages fotografici. L’ho conosciuto due anni fa ad Ascoli Piceno, in occasione della rassegna musicale organizzata dal maestro Ada Gentile, e subito, visto il catalogo di una sua mostra, mi sono convinto che sarebbe stato interessante organizzare una esposizione delle sue opere presso il Palazzo dei Capitani: poi il terremoto ha rallentato la realizzazione del progetto ma Di Mauro, pur preso da mille altre iniziative, non ha mai desistito dal proposito di presentare le sue fotografie ad Ascoli Piceno.
Le immagini catturate da Di Mauro rispecchiano il suo essere in eterno movimento da un continente all’altro e senza nemmeno avvertire il disagio del jet lag, appena scende dalla scaletta dell’aereo, lo immagini già con la macchina fotografica in mano, pronto a fissare quanto una nuova località appena scoperta offre alla sua curiosità sempre viva.
Non c’è dubbio che le immagini catturate dal suo occhio bulimico ci appaiono assai attraenti per il modo con cui sono costruite, per la intrigante capacità di giocare sul fraintendimento visivo ed infine per la varietà dei soggetti che esse presentano: i suoi diari di viaggio non sono costituiti da scontate vedute dei luoghi più pittoreschi o più spettacolari dal punto di vista artistico, si tratta sempre del risultato di un complesso melange di improvvisazione e di calcolato equilibrio che invita a soffermarsi con attenzione nell’esaminarle.
E chissà che da questo soggiorno ascolano non scaturiscano delle nuove vedute capaci di cogliere aspetti inediti della fiera città medievale?
Stefano Papetti