Pellizza da Volpedo in prestito alla mostra sul divisionismo a Rovereto

Il 23 giugno verrà inaugurata presso il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto la mostra “Dal Divisionismo al Futurismo. L’arte italiana verso la modernità”, proposta di particolare importanza per il racconto della cultura visiva italiana, in programma fino al 9 ottobre.

Il Divisionismo, movimento ancora poco conosciuto al di là dei confini italiani, si afferma nel 1891 alla Triennale di Brera, con la prima uscita “pubblica” di un gruppo di giovani pittori sostenuti dal critico e mercante d’arte Vittore Grubicy de Dragon. Nato dalle stesse basi teoriche che in Francia sono all’origine del Pointillisme, il Divisionismo si distingue dai movimenti d’Oltralpe poiché intende le nuove ricerche sulla scomposizione del colore come mezzo per l’espressione di soggetti “moderni”, in una duplice declinazione. Attento, da un lato, ai contenuti “sociali” che rispecchiano le difficoltà delle classi più  povere nella nuova Italia unita, il Divisionismo si farà allo stesso tempo interprete delle più aggiornate tendenze internazionali legate al Simbolismo. Nell’opera di artisti come Giovanni Segantini, Pellizza da Volpedo e Angelo Morbelli, le due tendenze convivono in un singolare equilibrio, unico nel panorama europeo, dando vita a una suggestiva trascrizione della realtà sospesa tra vero e simbolo.

La forza rivoluzionaria della nuova poetica porrà le basi per la nascita del Futurismo, movimento d’avanguardia che irrompe sulla scena dell’arte italiana all’inizio del ‘900. “Antipassatisti” per definizione, contrari a tutto ciò che è tradizione, storia, accademia, i pittori futuristi affermeranno che “non può esistere pittura senza divisionismo”. Nella scomposizione del colore e della luce troveranno i mezzi per tradurre quella visione dinamica della nuova realtà urbana, che, esaltando i “miracoli della vita contemporanea” è alla base del nuovo linguaggio pittorico. In questo dialogo tra due generazioni si definisce la nascita della pittura moderna in Italia.

Per dare compiutezza e coerenza scientifica alla mostra, la Pinacoteca civica di Ascoli Piceno ha accordato il prestito dell’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo dal titolo “Passeggiata amorosa” (1901-1902, olio su tela, diametro 100 cm), in cambio di un contributo per il restauro della tavola di Pietro Alamanno “Cristo morto tra i Santi Rocco Sebastiano”.

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Sala Fior di Vita, Pinacoteca Civica, Ascoli Piceno

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La “Passeggiata Amorosa” di Pellizza da Volpedo in mostra a Madrid

Dopo il grande successo ottenuto alla mostra “Orti del Paradiso: capolavori d’arte dal XV al XXI secolo”, tenutasi presso il Filatoio di Caraglio da settembre a dicembre, che ha visto l’opera di Pellizza da Volpedo risaltare sulla copertina del catalogo e come logo della rassegna, il quadro è tornato in Pinacoteca.

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foto di Marta Peroni

Venerdì 11 dicembre, infatti, è stato posto nuovamente su una delle pareti della sala Fior di Vita, per essere ammirato da tutti i turisti e visitatori che arrivano in città.

Questo, però, solo fino a febbraio, perché la bellezza e il valore dell’opera hanno suscitato l’interesse della Fondazione spagnola Mapfre, che l’ha richiesta in prestito per inserirla in un’importante mostra che si terrà a Madrid da Febbraio a Giugno.

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La Grande Guerra nei bozzetti divisionisti di Biagio Biagetti (Seconda Parte)

Nel frattempo, mentre mi perdevo dietro quei dettagli manierati, l’usciere cacciò fuori il suo mazzo di chiavi e aprì la porta della Sala Restauro. Qui erano custoditi molti dipinti negletti, che erano appesi nelle griglie scorrevoli di metallo o poggiati un po’ ovunque nello stanzone, alcuni ancora avvolti dalla plastica a bolle. Dominava un armonioso disordine, con bombolette di lacca e strumenti per la pulitura dei quadri. L’altro dipinto di Biagio Biagetti custodito ad Ascoli Piceno, nella Sala Restauro, e che presto sarà mostrato al pubblico, è l’Apoteosi della Vittoria. Continua a leggere