
Rientra il dipinto di Pellizza da Volpedo

La Maddalena di Pietro Alamanno, l’artista austriaco trasferitosi ad Ascoli Piceno nella seconda metà del XV secolo, è stata trasferita dalla Civica Pinacoteca di Ascoli Piceno al Palazzo Apostolico di Loreto per essere esposta alla mostra “La Maddalena tra peccato e penitenza” curata da Vittorio Sgarbi ed organizzata dalla Regione Marche.
Dal 3 settembre al 15 gennaio 2017 cinquanta capolavori dell’arte italiana illustrano l’iconografia controversa della peccatrice convertitasi in occasione del suo incontro con Gesù che la donna ha seguito sino al momento della crocefissione. Fra le opere esposte a Loreto si segnalano la tavola di Simone Martini del Museo Diocesano di Orvieto, la scultura di Desiderio da Settignano della chiesa di Santa Trinità a Firenze, il trittico di Montefiore dell’Aso di Carlo Crivelli (scelto come immagine della mostra), le tele di Reni, Cantarini, Dolci, Cagnacci per chiudere con i disegni di Antonio Canova dedicati alla figura della santa penitente. Il catalogo della mostra, a cura di Vittorio Sgarbi e Stefano Papetti, contiene saggi e schede relative alle opere esposte.
Il 23 giugno verrà inaugurata presso il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto la mostra “Dal Divisionismo al Futurismo. L’arte italiana verso la modernità”, proposta di particolare importanza per il racconto della cultura visiva italiana, in programma fino al 9 ottobre.
Il Divisionismo, movimento ancora poco conosciuto al di là dei confini italiani, si afferma nel 1891 alla Triennale di Brera, con la prima uscita “pubblica” di un gruppo di giovani pittori sostenuti dal critico e mercante d’arte Vittore Grubicy de Dragon. Nato dalle stesse basi teoriche che in Francia sono all’origine del Pointillisme, il Divisionismo si distingue dai movimenti d’Oltralpe poiché intende le nuove ricerche sulla scomposizione del colore come mezzo per l’espressione di soggetti “moderni”, in una duplice declinazione. Attento, da un lato, ai contenuti “sociali” che rispecchiano le difficoltà delle classi più povere nella nuova Italia unita, il Divisionismo si farà allo stesso tempo interprete delle più aggiornate tendenze internazionali legate al Simbolismo. Nell’opera di artisti come Giovanni Segantini, Pellizza da Volpedo e Angelo Morbelli, le due tendenze convivono in un singolare equilibrio, unico nel panorama europeo, dando vita a una suggestiva trascrizione della realtà sospesa tra vero e simbolo.
La forza rivoluzionaria della nuova poetica porrà le basi per la nascita del Futurismo, movimento d’avanguardia che irrompe sulla scena dell’arte italiana all’inizio del ‘900. “Antipassatisti” per definizione, contrari a tutto ciò che è tradizione, storia, accademia, i pittori futuristi affermeranno che “non può esistere pittura senza divisionismo”. Nella scomposizione del colore e della luce troveranno i mezzi per tradurre quella visione dinamica della nuova realtà urbana, che, esaltando i “miracoli della vita contemporanea” è alla base del nuovo linguaggio pittorico. In questo dialogo tra due generazioni si definisce la nascita della pittura moderna in Italia.
Per dare compiutezza e coerenza scientifica alla mostra, la Pinacoteca civica di Ascoli Piceno ha accordato il prestito dell’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo dal titolo “Passeggiata amorosa” (1901-1902, olio su tela, diametro 100 cm), in cambio di un contributo per il restauro della tavola di Pietro Alamanno “Cristo morto tra i Santi Rocco Sebastiano”.
Sala Fior di Vita, Pinacoteca Civica, Ascoli Piceno
Venerdì 19 Febbraio, alle ore 18, si è svolta in Pinacoteca Civica la visita guidata “al buio”, come adesione da parte dei Musei Civici al programma “M’illumino di meno”. Si tratta, come già detto, di un’iniziativa promossa da Caterpillar, un programma radiofonico cult di Radio2, orientata al risparmio energetico.
La visita guidata dal Prof. Stefano Papetti, coadiuvato dalla voce narrante dell’attrice Chiara Giorgi, ha riscontrato un grande successo di pubblico. Tutti i presenti sono stati riuniti nella Sala Ceci, dove il professore ha esordito con una premessa sul senso dell’iniziativa e sull’uso della luce nell’arte.
Si è posta soprattutto l’attenzione sul fatto che un pittore nel dipingere il proprio quadro facesse molto caso alla luce naturale presente nei luoghi e a come poterla riflettere e usare nelle sue opere. Oggi questi effetti particolari che l’artista voleva imprimere sulla tela si perdono molto con l’ausilio di luci artificiali.
Questa campagna è stata quindi l’occasione giusta per permettere ai visitatori di scoprire particolari e dettagli che solo tramite la luce delle candele o naturale son ben visibili.
Dopo il grande successo ottenuto alla mostra “Orti del Paradiso: capolavori d’arte dal XV al XXI secolo”, tenutasi presso il Filatoio di Caraglio da settembre a dicembre, che ha visto l’opera di Pellizza da Volpedo risaltare sulla copertina del catalogo e come logo della rassegna, il quadro è tornato in Pinacoteca.
foto di Marta Peroni
Venerdì 11 dicembre, infatti, è stato posto nuovamente su una delle pareti della sala Fior di Vita, per essere ammirato da tutti i turisti e visitatori che arrivano in città.
Questo, però, solo fino a febbraio, perché la bellezza e il valore dell’opera hanno suscitato l’interesse della Fondazione spagnola Mapfre, che l’ha richiesta in prestito per inserirla in un’importante mostra che si terrà a Madrid da Febbraio a Giugno.
Proseguono i nostri appuntamenti all’interno della prestigiosa Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, che ci permettono di approfondire meglio alcuni dei più importanti capolavori d’arte qui conservati.
In questo terzo incontro, ci spostiamo nella Sala dedicata al pittore di Caldarola Simone De Magistris.
Si tratta di una piccola sala adiacente a quella del Piviale, nella quasi si può vedere ancora la porta trecentesca di travertino che era l’antico ingresso alla Sala degli Anziani o dei Cento (oggi Sala della Vittoria).
Il Prof. Stefano Papetti questa volta ci illustra un importante quadro del pittore austriaco, allievo e collaboratore del Crivelli, Pietro Alemanno: l’Annunciazione.
Marta Peroni
Il 31 ottobre si è conclusa l’importante manifestazione dell’EXPO 2015 e tra le tante iniziative è essenziale ricordare, in questo contesto, l’esposizione temporanea Il Tesoro d’Italia curata da Vittorio Sgarbi e presente nel Padiglione Eataly, che ha avuto un grande riscontro da parte del pubblico.
Dai dati che emergono, infatti, ben 1.200.000 visitatori hanno potuto ammirare una parte del patrimonio artistico italiano, intraprendendo una sorta di piccolo viaggio da nord a sud rimanendo in un unico luogo.
Stamane sono giunti in Pinacoteca gli operai di un’azienda di trasporto di manufatti artistici per imballare e trasportare a Milano un’opera di una certa levatura, che promuoverà il Piceno e le sue eccellenze museali all’EXPO 2015, all’interno del Padiglione Eataly in un’esposizione temporanea dal titolo Il tesoro d’Italia, a cura dell’inquieto e infaticabile Vittorio Sgarbi. La mostra è già stata inaugurata il 22 maggio scorso e ospita circa 350 opere a rotazione, che celebrano “la biodiversità artistico italiana”.
Sabato mattina la Pinacoteca Civica era povera di visitatori, ma v’era un turista particolare, che s’aggirava per le sue sale e gallerie accompagnato da una guida d’eccezione: si trattava del Professore Emerito Colum P. Hourihane della Princeton University (New Jersey, Stati Uniti), che conversava amabilmente con il Prof. Stefano Papetti. Continua a leggere
Abbiamo già scritto che per far crescere una coscienza del valore estetico (ed economico) dei beni culturali italiani occorre innanzitutto sensibilizzare i giovanissimi, affinché in futuro sappiano riconoscere il vero tesoro d’Italia, per preservarlo e farlo fruttare nel migliore dei modi. Occorre #educareallabellezza, ma non astrattamente nelle aule scolastiche, il che genererebbe in parte noia e disattenzione, bensì portando i ragazzi all’interno dei musei, cercando il più possibile di coinvolgerli a livello emotivo, con l’aiuto della fantasia, senza abbandonarli al mero nozionismo. Continua a leggere
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